Chi Sono
Il presente delle Costruzioni Contemporanee
Il presente artistico di Demattè si manifesta come un viaggio nelle profondità del tema “Costruzioni Contemporanee”, un’indagine visiva che si spinge oltre le superfici materiche per esplorare i legami tra l’essere umano e il contesto in cui vive, con tutte le sue strutture.
L’indole estroversa e naturalmente empatica di Demattè si traduce in un’arte che trasmette l’essenza delle costruzioni, siano esse architettoniche o emozionali. Questa serie artistica è una dichiarazione audace che mescola materia e colore per dar vita a una narrazione visiva che sfida lo spettatore a esplorare con curiosità le proprie percezioni della realtà.
Le “Costruzioni Contemporanee” di Demattè rappresentano il movimento, il cambiamento e la fluidità. Ogni dettaglio nulla è che un atto di esplorazione, un tentativo di catturare l’essenza in continua evoluzione del mondo circostante. In questo presente artistico, l’artista si sforza di catturare l’energia della contemporaneità, trasformandola in opere che invitano a riflettere sulla complessità delle strutture fondanti della vita moderna: Demattè unisce il suo desiderio di esplorare il mondo esterno con la profonda introspezione che caratterizza il suo lavoro. Queste costruzioni, che possono essere fisiche o metaforiche, sono il riflesso di un’identità artistica in costante evoluzione.
In questo presente artistico, Mirko Demattè continua a sfidare i confini dell’arte contemporanea, invitandoci a esplorare le nostre costruzioni interiori ed esteriori e a contemplare il significato profondo delle strutture che ci definiscono come individui e come società.
Il presente delle Costruzioni Contemporanee e delle Costruzioni Viaggianti.
La critica
Nelle opere di Mirko Demattè traspare un’atmosfera sospesa eppure imprevedibile, frutto di abilità mature e coerenza tra pensiero artistico e mezzo espressivo. Tutto nasce dall’attenta osservazione di un artista cosmopolita, amante del viaggio, della ricerca e della scoperta che ha incentrato l’intera sua produzione sui cambiamenti sociali e culturali, singolari e universali, mettendo in relazione luoghi e individui, percezioni e inavvertenze. Le recenti sperimentazioni Costruzioni Contemporanee dell’artista trentino sono caratterizzate da un’evidente qualità visiva e indagano sulle potenzialità delle forme in uno spazio libero e aperto.
A ben vedere, lo sfondo bianco prevale nella maggior parte delle composizioni su tavola; esso non è da considerarsi un inerte spazio di contemplazione, ma luogo d’azione, sgombro da pregiudizi e stilemi: evidenzia le potenzialità di un vuoto organizzativo, un vero e proprio strumento di misura e catalizzatore di equilibri con cui si plasmano geometrie in divenire.
Ed è proprio grazie a quel “vuoto potenziale” che si realizzano strutture dinamiche attraverso un’elaborazione di sintesi formale; le Costruzioni fanno parte dell’agire umano, caratterizzate da un gioco visivo stimolante, composto da vuoti e pieni, da metaforiche introspezioni che ci fanno riflettere sui processi di costruzione del Sé, sui continui mutamenti di autodefinizione dell’individuo contemporaneo e sulle complesse dinamiche ed interazioni sociali. A contatto con le opere di Demattè si ha l’impressione di esplorare scorci metropolitani ideali, che vivono in una dimensione congiunta: uno spazio cavo in cui vi sono tracce antropologiche in continua ridefinizione, connessione e metamorfosi.
Gli smalti e gli ossidi invece, impiegati nelle opere, ci danno l’opportunità di riflettere sul trascorrere del tempo; interagiscono ineluttabilmente con la forma, si antepongono e pospongono, vivono una propria, continua trasformazione, raccontano la memoria e il divenire che attraversa la nostra intera esistenza.
Concetto e contemporaneità, dunque, avanzano in abile equilibrio tra chiari e scuri, tra bianco e nero, tra luci ed ombre, tra accordi cromatici informali, giocando sugli inversi e dialogando in costante tensione con il fruitore. Inoltre, un itinerario interpretativo, articolabile attraverso la soggettiva percezione, si manifesta chiaramente anche nelle opere scultoree.
L’evidente slancio e la solidità del metallo delle Costruzioni fa riflettere sull’essenza dell’individuo contemporaneo e sulle sue contraddizioni: levità e gravità esprimono tutta l’energia di un mutamento di cui è capace l’uomo, un alternarsi di sentimenti dapprima silenziosamente interiorizzati, poi esternati da processi che sottintendono e sovrappongono azione e reazione.
Le opere non rappresentano la vita inautentica ma l’esistenza, nella sua purezza e unicità; sono il riflesso di un genuino esistenzialismo tra fragilità e resistenza, tra duttilità e fermezza, in cui la materia si coagula lungo le linee dell’agire e del sentire umano.
Per Demattè le strutture geometriche sono l’essere, l’ausiliare al centro di un periodo infinito; nel tema dello spazio libero, svelano un’inedita lettura critica, capace di mettere in discussione persino il tradizionale rapporto tra densità e vuoto, tra spazio e tempo, tra nascere e divenire.
Giorgio Vulcano
Critico d’arte