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Chiusa la mostra di Lugano: “Un riconoscimento importante”

Dodici sculture, venti quadri, cento giorni di esposizione e soprattutto una media di cento visitatori al giorno: sono questi i numeri importanti che l’artista trentino Mirko Demattè ha collezionato nel corso della sua mostra nella sede di Lugano dell’Unione delle Banche Svizzere. Un riconoscimento di grandissimo prestigio, se si considera che l’eclettico artista di Pergine è stato prescelto tra un centinaio di artisti europei. Le opere sono state esposte durante tutta l’estate nel salone dell’Ubs di Lugano. “E’ stata un’esperienza molto positiva – afferma Mirko Demattè al ritorno dalla Svizzera – Un’occasione artisticamente importante. Sono stato prescelto tra una centinaio di artisti ed ho avuto la possibilità di mettere in mostra le mie opere in un ambiente di grande prestigio”. L’architetto svizzero Claudio Rossi, curatore degli spazi artistici della Ubs Lugano è soddisfatto della collaborazione con Demattè: “Siamo di fronte ad un artista molto particolare, che offre varie interpretazioni con le proprie opere. La mostra, durata tutta l’estate, ha avuto un ottimo afflusso di visitatori ed ha riscosso molto interesse. Negli ultimi cinque anni in questo spazio artistico sono transitati una trentina di artisti, alcuni dei quali hanno avuto un buon seguito”. A Lugano Demattè ha scelto di esporre le opere della produzione 2011. I quadri, come è caratteristica di questo artista, puntano a non trasmettere mai a chi li guarda un’interpretazione predefinita ma offre spunti per interpretare ciò che c’era nell’era primordiale, prima della creazione del mondo. Il segno è essenziale e crea l’entità, una forma rettangolare sospesa nel quadro. Ogni spettatore è libero di interpretare a piacere questa magia primordiale del gesto creativo. Nelle sculture, invece, emerge la filosofia del “nastro nello spazio”, cioè del movimento libero proprio nello spazio. Demattè, che per le proprie opere utilizza svariati materiali, dalla carta, al legno, alla pietra, al cemento, per passare a sacchi di juta, lamiere, colori, manichini, in questo periodo si affida al Woodn, un materiale edile ad altissima tecnologia a base di legno. L’artista di Pergine lo plasma per creare situazioni diverse all’interno dello spazio trasformando questo materiale in un’opera d’arte. “Evoluzioni”, questo il nome delle opere: qui emerge il passaggio di queste strisce di Woodn nello spazio. Quasi come fiamme in costante movimento vanno e vengono, entrano ed escono dallo spazio aperto. Scrive l’architetto Paolo Zammatteo nella sua recensione che apre il catalogo creato per questa mostra di Lugano: “La riflessione di M.D. è articolata sullo spazio fra generazione e evoluzione. L’artista si interroga sull’origine del reale, assumendo a caratteri generatori la luce e il nulla che divengono simbolicamente superfici bianche o nere, comunque immateriali. Su di essi il movimento è dato dallo spessore: sono contorni e volumi larvali, geometrie e forme, che talvolta osservano l’intorno e governano il colore. La sorpresa della genesi si fonde con la magia creativa”.

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