
L'arte
di Mirko Dematté
L’arte di Mirko Demattè rappresenta un punto di svolta nello scenario artistico internazionale. Le tecniche adottate, la scelta dei materiali con i quali compone le sue opere, fanno di questo artista un infaticabile esploratore di nuove rappresentazioni artistiche. All’interno di un linguaggio espressivo estremamente poliedrico si appura l’effetto esplosivo di una ricerca estetica decisa a uscir fuori da tutte le creazioni tradizionali. Spirito di indagine dell’artista già ravvisabile nel gruppo di opere Generazione (2011), nel quale ritroviamo un esilarante opera astratta realizzato con smalti. Mediante un insito equilibrio progettuale, le forme, espresse attraverso il contrasto cromatico del nero e del blu e animate da un limpido sfondo di colore bianco, paiono vibrare per sporgersi oltre la struttura che le contiene. Una ricerca di concretezza nello spazio tridimensionale che sarà sempre più evidente nel suo percorso artistico attraverso l’uso della tecnica del collage. Di forte fascino estetico è l’opera Rilievi (2011). Un candido scenario, composto da un morbido tessuto, anima vibranti increspature richiamanti le orme del corpo. Si tratta di onde energetiche che, liberate dai connotati sapidi della fisionomia formale corporale, danno l’impressione di fuoriuscire flessuosamente dalla tela. L’arte del collage ha spesso accompagnato le correnti estetiche del secolo scorso, ma con Demattè assume nuove caratteristiche e diverse possibilità di espressione.
Nel ciclo di opere Costruzione (2012), questa tecnica viene utilizzata con assoluta maestria con il fine di realizzare una composizione artistica che si stacca completamente dalla bidimensionalità della tela per sgorgare verso la concretezza della realtà. Il collage in queste opere diventa sempre più una sorta di installazione in miniatura intenta a ospitare materie plastiche che si estendono oltre lo spazio piano della rappresentazione. A primeggiare nelle composizioni artistiche Costruzione è una ricca tarsia di piccoli legni esaltati cromaticamente dal bianco o dal nero che, incastrati a strati, mediante un linguaggio espressivo completamente autonomo, si ergono dalla superficie bidimensionale da cui nascono per richiamare alla mente pure essenze geometriche. I collage sono costruiti su fondali di colore bianco. Tale colore va a esaltare con vigore le ombre dei materiali della composizione, dando vita a sfumature scure naturali che paiono diventare campi di forza magnetica volti a sostenere gli elementi materici dell’opera, sovrapposti gli uni agli altri. Nelle opere di Demattè ritroviamo un desiderio di esplorare lo spazio tridimensionale, ma al contempo ritroviamo una corsa in dentro, nell’intimo, per mettere spesso in evidenza profondi significati legati all’essere umano.
Nelle estrose opere Costruzioni viaggianti (2013), una reale ventiquattrore diviene uno splendido raccoglitore di informazioni ricco di dati e conoscenze sociali. Con la valigetta, che incornicia simpatiche figure richiamanti l’essere umano, l’artista concettualmente realizza il corpo del mondo nella sua frenetica attualità, rappresentando “il qui e ora” di una quotidianità in costante movimento governata dal caos della folla.
Strabiliante è il ciclo di opere Costruzioni contemporanee (2014), sviluppato mediante un innovativo linguaggio artistico. In questi lavori gli oggetti direttamente prelevati dalla realtà, attraverso la tecnica del collage, esprimono possibilità estetiche inventive e sorprendenti. Gli elementi reali non perdono la loro consistenza diventando anonimi, anzi, mediante un creativo uso del colore, introducono un gioco ambiguo tra riconoscibilità e irriconoscibilità. Lo schienale di una sedia, delle cerniere jeans, dei tessuti, e qualsiasi elemento di scarto, che può essere anche una cicca di sigaretta, vengono incollati nello spazio della rappresentazione attraverso una specie di montaggio costruttivo arguto che, esaltato da interventi di pittura, si carica di un piacere estetico altamente espressivo.
Il processo del collage assume dei connotati nuovi che diventano ancora più radicali nell’opera Compressioni (2014). Gli elementi prescelti non vengono incollati su tela, ma vengono compressi all’interno di una teca, isolati dal mondo per entrare nello spazio neutrale dell’arte. Borse e borselli per donna, pressati dall’artista mediante un raffinato gioco di posizionamento, mettono in risalto due fotografie sovrapposte di diverso formato, le quali evidenziano una camera da letto e lo squarcio di una figura femminile.
Nel complesso la teca diventa una finestra dove si scorge un paesaggio domestico e le borsette non solo assumono teatrali contorsioni esteticamente stimolanti, ma diventano anche striature colorate volte ad animare e raccontare un usuale ambiente della vita quotidiana.
A partire dalla superficie, la forma alfa delle sperimentazioni linguistiche dell’artista, si declinano una serie di altre possibilità espressive riversate anche nella realizzazione di opere scultoree. La totale assenza di figurazione e l’adesione a un linguaggio che si inserisce nell’alveo delle ricerche informali del secondo 900, conducono l’artista a creare sculture vivificate da materiali originali.
Nella serie di sculture Evoluzione (2011- 2012), il woodn, un legno composito di nuova generazione, utilizzato principalmente in architettura per rivestimenti di interni ed esterni, muta in elemento sensibile di tipo artistico. Il woodn, posto su una delicata base in ferro, modellato attraverso piegature e estroflessioni da l’impressione di compenetrare nell’ambiente atmosferico. Il fattore estetico in queste opere è amplificato dalla luce naturale, la quale plasma le forme modulari della composizione, caricandole di un’energia creatrice purissima che accoglie e riflette all’esterno atmosfere impregnate di lucenti cromie. Bellezza modulare che ritroviamo anche nell’opera scultorea Proiezioni (2014).
Le dimensioni, la forma allungata, lo slancio inciso del woodn, esaltato da sfumature di colore bianco e nero, rendono quest’opera simbolo di eleganza. Nelle sculture di Demattè le forme perdono la pesante consistenza fisica del materiale da cui sono composte per diventare nastri naturali di imprevedibile bellezza che danzano nell’aria. La luce, le forme e i colori con il woodn diventano protagonisti di una nuova dimensione estetica e visiva. Mirko Demattè supera il sensibilizzo delle arti tradizionali e sostituisce ad essi nuovi mezzi di scrittura, di “concretezza”.
La sua arte approda nella terza, ma anche nella quarta dimensione, attraverso una sorta di effetto cinetico che risulta dalla fusione dei materiali nello spazio e nel tempo.
Critico d’arte Mattea Micell